mercoledì 18 maggio 2011

Terra e grano


►Je suis venue te dire que je m'en vais, Carmen Consoli


Poi che mi piace il francese lo sai. Forse è la prima cosa che t’ho detto.
Che ho vissuto Parigi quanto basta per decidere di tornarci, quando e se avrò le tasche e gli occhi abbastanza pieni per farlo. Che mi piacciono quei fonemi lì, morbidi come fossero curve di una donna, e da non toccare, da sentire, da avvertire, da tenere in equilibrio tra la lingua e il palato. E quell’ultima consonante, grafema e simbolo del superfluo, non la cancellerei. La lascerei lì, a nascondersi dietro le altre, come biglietto da visita di un luogo mai visto, da conoscere senza essere svelato mai. E poi Parigi mi fa pensare alla tua erre.


Poi che mi piace la Consoli lo sai, forse è la prima cosa che t’ho detto.
Che ho scritto un libro con le sue canzoni a far da sottofondo. Un libro da bambine che si credono donne, con vortici e stelle a far da copertina. Un libro che non sa parlare. Ma che ha parlato. E ne ha dette di cose. Come quelle donne che si credono bambine e che si sentono in diritto di dire qualunque cosa.


Poi che adoro Pessoa lo sai.
Che mi piace leggerlo con la luce soffusa, quando non è materia d’esame e fuori piove. Piove piano. Che adoro inventare. Che mi piace mettere le persone alla prova. Che le mastico, le parole degli altri, per comprenderle bene.


E sai anche che impazzisco per Campana e la Aleramo. Quando dico passione. Quando le finzioni non t’appartengono sei un folle, perché puoi fare e dire ciò che vuoi, tanto sei un folle. E che coraggio ad andare incontro a quegli occhi gonfi di pazzia. E che coraggio e che paura a non abbandonarli mai. Li ho sentiti nelle ossa e ancora sulla pelle.

Poi sai che mi piace il buon vino, è la prima cosa che t’ho detto.
Che potrei bere un bicchiere di bianco, immaginandomi dentro un Modigliani. Quanto vive. Respira forte ancora. Lo senti anche tu.


Quello che non sai è che la mia città di notte ha luci arancio e profumi di terra e grano. Quello che non sai è che chiudo spesso gli occhi quando ho freddo. Quello che non sai è che ho una febbre che dura da una vita, della voglia di prenderli a morsi questi giorni, uno ad uno. Non sai che combatto da anni con lo stesso mostro e che l’arma che ho scelto è il sorriso. Peccato non riesca sempre a vincere.
Non sai che guardo spesso le fotografie.
Non sai che rifarei uno per uno tutti i miei viaggi.

E poi non sai che io non dimentico mai.


"sono venuto a dirti che vado via, ma tu vieni con me"
questa è la prima cosa che tu hai detto a me.

5 commenti:

Dropsofpain ha detto...

ho salvato il tuo post fra i preferiti fin dal primo post.

saltonelvuoto ha detto...

Forse devo cominciare a rivalutare il francese...
Ps: mi piace come scrivi!

utente anonimo ha detto...

"Quello che non sai è che ho una febbre che dura da una vita, della voglia di prenderli a morsi questi giorni, uno ad uno. Non sai che combatto da anni con lo stesso mostro e che l’arma che ho scelto è il sorriso. Peccato non riesca sempre a vincere." Questo pensiero è geniale! o, perlomeno, mi piace così tanto che vorrei averlo scritto io! ;) a.m.

Eteronima ha detto...

Eh. Lei lo sa, signorina A. M., tutto questo.
E sa anche che ho degli amici niente male. Proprio niente male. :*

http://www.youtube.com/watch?v=m8OaL8LFB90
 
..se non sbaglio, tempo fa, me l'hai fatta sentire proprio tu.
Un bacino a te.
 

polverosaMente ha detto...

che meraviglia!
le tue parole si masticano :) e si accompagnano tanto bene a questa musica...

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