Non è che il mondo sia più sicuro, vincolato a realtà inevitabili, preso com’è a sorreggere il giorno, affranto com’è dal peso dei guai. Non è che il mondo sia più sicuro, è che scopro – stupita – la voglia di fare.
No, non è un posto tranquillo, e visto allo specchio non si crede migliore. Vigliacchi e sedicenti salvatori del mondo a metter le mani nelle tasche degli altri. Dicevano – tra i banchi, ricordo – questo mondo è qui affinché tu lo cambi. Ma bruciano gli occhi – non voglion vedere – e mani a coprire lo sguardo, per mascherar non il volto ma lo scempio del mondo. Coprirlo, questo corpo stuprato, dipinto dai fumi e nei fumi ancora violato. E questa omertà chiusa a chiave nelle cas(s)e somiglia alla resa del nemico incapace, quando l’arma non è uno strumento, ma la sola (libertà di) parola. Promesse di morte fin dentro la terra. La natura domanda pietà, ché tanto c’ha dato e tanto le è stato negato. Dicevano – ricordo – questo mondo è qui affinché tu lo cambi. E appunto, non è che ‘sto mondo ora sia più sicuro, è solo che amarti mi fa riscoprire migliore, è solo che amarti mi rende padrona. Di un piccolo, pulito, onesto pezzetto di mondo.
"Non è che il mondo
sia più sicuro –
eppure, nell’oscurità, ti
addormenti al mio fianco, e quando
ti desti, la giornata inizia con
te; stupita e irrequieta,
come un primo mattino.
Fare colazione o l’amore.
Pronta al riso,
alla discussione e alla sorpresa.
Non è che il mondo
sia più sicuro. Solo questo –
c’è che amo il tuo sorriso."
Mary Dorcey