lunedì 13 ottobre 2014

Io sono voce





Sulle stesse strade - diceva - su queste strade non passa mai nessuno. Di cieli tersi, qui, non vi sono che fotografie. Scrisse lunghe lettere e mai confessò a chi. Parlò lingue in disuso, perché il suo messaggio fosse ancor più prezioso. 
- non hai che vent'anni - qualcuno le disse, sotto la pioggia.
- non hai che una voce - lei pure rispose, malcelando sarcasmo. La pioggia le si gettò come furia sul costato. Ho tempo - pensava - per imparare a difendere me. Il cuore compresso, alimentato di sé. Un ombrello a pois, a donare fantasia ai giorni. Non vedo, non sento, pensava fra sé. I sensi tutti impotenti, gridavano - muti - attenzione. Poi le labbra - le labbra - si facevano secche, ché le parole, a vent'anni, non son che un di più. E di donna non hai che la forma, ancora solo accennata. 
La luce soffusa le regalò un po' di pace. Eroina di una virtus sconosciuta, a lottare con le decisioni di un fato mai abbastanza giusto. Mai abbastanza onesto. Che freddo, a vent'anni, quando ancora cerchi risposte. 
Non hai che vent'anni, bambina, e un sorriso che può aprirti tutte le porte. Avrai piedi e scarpe rotti, e fronte crucciata, e viso provato. Non avrai più domande, e rossetto a dar vita alle labbra. Incontrerai cieli tersi, e strade mai a riposo. Sarai solo una voce, e con quella - solo con quella - tutto potrai.

La pioggia, mentre scrivo di me a vent'anni, mi si getta forte sul costato. Non imparerò mai - penso - a difendere me. Non imparerai, bambina, a difendere te.
Ma saremo una voce. E con questa - te lo prometto - tutto potrai.

mercoledì 8 ottobre 2014

(Epiloghi come scommesse. Vinte. Epiloghi che sanno di inizio e mai di fallimento. Sotto il vestito, odor di pelle da baciare. Sul viso riconosco e curo le rughe di ciò che è stato. Ora che il futuro ha cambiato veste, ora che il futuro - finalmente - mi somiglia,

sorrido.
S - o - r - r - i - d - o).