domenica 30 aprile 2017

Il cielo è lo stesso







- Prega che torni il sole - (e dentro, a rimbombare, un'unica domanda: cos'è che cerchi, cos'è quello che vuoi?)

Si voltò, mani nelle tasche, e si diresse verso la porta. Oltre quelle mura, un odore di autunno si insinuava nelle fessure, nelle serrature. Partì con un biglietto stretto tra le mani (bianco come il suo sogno di bambino, sintetico e preciso come il tempo da adulto), una valigia colorata, un borsone appena riempito. Partì. Andò, viaggiò controcorrente, approdò in una terra assolata la cui esistenza era fino a quel momento solo immaginata. Scattò fotografie da regalarle al suo risveglio, visse giorni frenetici per donarglieli al ritorno. Sedicimila chilometri di sentimento - limpido ma audace, libero ma vigliacco - dispersi in un volo pindarico, e dissolti, soprattutto, in uno squillo del telefono:

- Sono io, come stai? - e un sorriso d'istinto a dirle il suo cuore.
- Sto bene - le bugie, talvolta, aiutano a esserci.
- Mi manchi - diceva - manchi anche a me -  rispondeva. Il tempo da adulti, pensava, così sintetico e preciso. Pregava ancora che tornasse il sole.
- Sono sempre con te - che strane, le parole, che significando si contraddicono.
- Anch'io, in fondo il cielo è lo stesso -.

(e dentro, a rimbombare, un'unica domanda: cos'è che cerchi, cos'è quello che vuoi?)
Si era voltato, un giorno o l'altro, senza tornare mai indietro. Era andato via, stavolta davvero, senza esser mai scappato via. Partì così come era deciso (decidere o meno è solo un compromesso, non v'è carattere nella risolutezza, v'è così tanto ardore nel dubbio). In tasca le solite chiavi, sul volto un'espressione asettica. Partì. Viaggiò in un giorno di sole qualunque, a guardare dal finestrino la terra di lei e lei stessa farsi così piccola: un puntino minuscolo, solo due gambe, una faccia, un paio di braccia, un cuore, solo un piccolo cuore. Sedicimila chilometri di sentimento, in quel tempo da adulto così sintetico e preciso. E dentro, a rimbombare, sempre la stessa, maledetta domanda.

- Passerà in fretta, questo tempo - illusi, il tempo dura sempre lo stesso tempo.
- Non vedo l'ora - illudiamoci pure, è tutto quello che ora resta.
- Ti aspetto -
- Ti voglio -
- Prometto -
- Lo giuro -
- Mai una bugia -
- Sarò sempre con te -
- Ancora -
- Di più -
- Io ti amo - - ti amo anch'io -

E finalmente, quella domanda:  - cos'è quello che davvero vuoi? (credersi immortali è un'eresia, sapersi finiti è ciò che realizza i desideri) e dunque cos'è che ti aspetti da me, da noi, dal nostro domani? -  E sì, son strane le parole, ché significando si contraddicono. Le immagini un po' meno, le immagini, talvolta, rispondono davvero:






Ma sì, il cielo in fondo sarà sempre lo stesso.

4 commenti:

Guido Mura ha detto...

Il mondo è troppo piccolo, per cui se si decide di viaggiare davvero si cambia mondo,o forse si finisce in un altro tempo; chi lo sa?

Anonimo ha detto...

Trovo questo testo incredibilmente bello e così denso!
Tra tutte le parole, (poche parole in cui condensi così tanto!) queste staranno con me assai a lungo:

strane, le parole, che significando si contraddicono.

Le scrivi in riferimento a quel sono con te di cui int5agli il vero senso, l'ossimoro assoluto, l'intento vagamente consolatorio. L'illusione.

Questo post è vecchio: non so se leggerai mai il mio commento, tu, peraltro sconosciuta.

Leggerti mi ha aiutato. Grazie.

Eteronima ha detto...

Guido, grazie come sempre delle letture che fai e che mi regali.

Eteronima ha detto...

theskinoftheangels, occhi come i tuoi mancavano.
Anche le tue, di parole, saranno con me.
Grazie del passaggio e della piena e intensa comprensione.

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