lunedì 25 ottobre 2010

A voce bassa



Semplice è amare anche il tuo respiro, quando di notte mi volto e ti osservo e ti sento e ti parlo.
A voce bassa.

Oggi, finalmente, capisco il nostro P E R C H è.

venerdì 22 ottobre 2010

L'apocope











La testa mi scoppia, affranta da inutili pensieri.
D  O  M  A  N  I.


Hai costruito cartapesta, Eva.
Hai assaporato un sapore insipido, facendoti chiamare con un nome che non è il tuo, Eva.
Questo nome, che ti rappresenta come sei e che ti presenta male.
Una parte di te.
Quanto la odi.
Quanto la ami.
Di un amore e di un odio struggente, al limite della follia.

Tu tocchi il tuo confine, malleabile come una pallina anti-stress, che ritorna sempre quella che era. Fragile, così oscura, coraggiosa, maledettamente recidiva: è nei tuoi occhi, la solita, cupa, mai arresa,
P  A  U  R  A. La suggerisce la tua memoria, fitta rete di ricordi amari.

..delle persone ormai andate. Di ciò che da un giorno all'altro non hai più avuto. Di una mancanza. Della vita bastarda che, senza preavviso, un giorno ti frega, ti mette alle strette, ti costringe alle sue condizioni, così severe.



Eppure un'armonia l'avrò.
Eppure qui di speranza ce n'è.

Riscattare una vita.


La sua.

martedì 12 ottobre 2010

Tango fantasia




Un tango. Rosa alla bocca, lo spacco della gonna.
                   Un retaggio, un'immagine lieve di ciò che è lontano.
                   Che colpisce ancora.
Un tango per pochi, d'anima intonato, di sensi ballato.
                   Toccare i suoi capelli, per riscoprirmi
                   Eterna amante del suo odore.



Ma io cosa ne so del Tango? Non so neanche se la musica che sto ascoltando sia adatta...non so se lo sai ballare, questo benedetto Tango. Ma l'ho ballato con te, stanotte, in uno dei miei sogni banali. L'ho ballato testa a testa, senza stringerti troppo, calpestandoti i piedi senza che tu te ne accorgessi, troppo intento a captare dai miei occhi quello che ancora, ed incondizionatamente, sento per te. La rosa è caduta al primo passo di danza, non l'ho raccolta, avrei sicuramente perso il tempo e perso tempo.
Sarebbe stato più facile parlarne. Sarebbe stato più facile guardarsi e basta. Senza fraintendersi.
E poi
- cavolo! -
lo vedi o no che non so ballare?!?!?

mercoledì 6 ottobre 2010

L'anafora allo specchiooihcceps olla arofana'L




Era lì, accovacciata sotto i ricordi di una vita, immobile e fragile come sarebbe un passero infreddolito. Le ho toccato una mano, l'ho guardata negli occhi, le ho detto "non rinunciare alla vita".

Io, che se volessi non potrei contare le volte che mi sono arresa, non basterebbero dieci mani.
Io che combatto ogni giorno per svegliarmi da questa assenza assurda.
Io che, se potessi, starei immobile quanto lei per sempre, accanto ad un libro, ascoltando una bella canzone.
Io, di sensi e di passioni, di sensi di colpa e di pensieri, rinchiusa nel margine della mia pagina, la solita, ancora da scrivere. E queste maledette anafore, che un significato l'avranno.


Accorgermi d'un tratto di aver toccato con la destra la mano sinistra, accorgermi di aver guardato due occhi con i miei occhi, davanti ad uno specchio che ha riprodotto le movenze delle mie labbra, quando con aria rassicurante, ho detto a me stessa "non rinunciare alla vita".

Di gusti, di odori, di vittorie, di tentativi.
Sciocchezze, ricchezze.