sabato 21 maggio 2011

Di clessidre, musica e speranze






►Every, Marlango


Ho rovesciato la clessidra e la sabbia ha disegnato forme astratte e cumuli beige. Intrappolati in pareti di vetro che sbattono la porta in faccia all’ossigeno.
Nelle cuffie trema forte una canzone, nel mio tempo corre forte il susseguirsi dei miei giorni. Nella gente, ieri sera, la voglia di svincolarsi dalle storpiature del presente. Goffo e sordo, questo oggi che non tramonta e non ascolta mai. Ho speranze accartocciate come fogli da gettare, ma custodite nel cassetto. Ho ambizioni e obiettivi, assonnati ma tenaci. E ho sorrisi.


Il tempo scorre e io mi guardo. Mi vedo nelle tracce lasciate sull’agenda rossa, quella che sa di me più di me, a illudersi di riassumere una vita in mille fogli o poco più. Pensare che a volte ho la tentazione di riscriverle. Come se si potesse cambiare il tempo. Come se si potesse cambiare.
Ma il passato è. Il passato sei. Anche quello che, ora, è solo un senso di colpa. Anche quello che, ora, è solo una mancanza.



Ho rovesciato la clessidra due minuti fa. E immaginavo che, in fondo, quel domani di cui ho paura è nelle mie mani. Pensavo che non mi conosco, pensavo che, per la prima volta dopo molto tempo, mi son voluta bene.
E che una canzone non è mai abbastanza, se lo spazio di un pentagramma è troppo poco per esprimere ciò che senti. Se la chiave dei tuoi discorsi c’è, è da qualche parte, ma non è quella di violino.
Una canzone è troppo poco, quando non è un muro a separarci, ma chilometri di assenza e di doveri.
Una canzone non è niente, quando guardo la tua foto e percorro con il dito i contorni del tuo viso, quando guardo nel cassetto e riscrivo le speranze. Una ad una, con la biro di sempre. E la musica, d’un tratto, diventa silenzio.



Ho rovesciato la clessidra e c’ho visto dentro me, piccola quanto basta per starci e non soffocare, a cercare, tra la sabbia, il senso dei pensieri miei.
A cercare
me.

3 commenti:

skarbie ha detto...

seguendo la metafora, trovo sarebbe molto bello, col senno di poi, poter riscrivere certe pagine, della nostra vita. Poter pensare di realizzare il film "sliding doors", e vedere cosa sarebbe successo, se la porta si fosse chiusa, o aperta. Poter fare tesoro dell'esperienza, per poter modificare certi errori, e vedere come sarebbe cambiata la vita. Però, a volte, certi "errori", hanno permesso di evitare situazioni ancora peggiore. E allora, forse, è bello scriverne di nuove, e rileggere quelle vecchie, solo per capire...a che punto del libro siamo arrivati

saltonelvuoto ha detto...

Purtroppo, però, a un certo punto l'ossigeno nella clessidra finisce. E allora meglio cercarsi nelle dune del mondo, e non in quelle di uno spazio chiuso. E allora, in fondo, meglio non partire proprio, chè per trovarsi basta un po' guardarsi allo specchio. Già sappiamo quello che vogliamo, anche se fingiamo di no.

live4free ha detto...

Guardaci ancora...guardaci bene nelle tue mani...lì dove sta il tuo domani... è tutto lì e non è troppo tardi per cambiarlo.
Un abbraccio.

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