venerdì 25 marzo 2011

Leggilo tu


    



 ►Haruka Nakamura, Harmonie du soir                                                                       




                                                            I


"ehi mi senti. mi senti. sono vivo.
per questo non mi senti. non è il cuore.

è questa carne qui che fa rumore.
come corresse. attesa dal suo arrivo.
intanto nelle tempie. mentre scrivo.
di quanto assordo. assorto nel motore
che sanguina. la vita. col vigore
di sempre. e mio malgrado recidivo.
ma quanta forza. e quanta furia intesse.
questa materia intenta a trattenersi.
che il varco di chi va mai non recide.
e se non senti. è solo perché spersi
il tuo silenzio. in quanto ancora stride
di me vivo di queste vite smesse."


II


"ma adesso lasciami. lasciati andare.
mischia questo sfrizzare al tuo rumore.
lo senti. e come no. pare un motore.
sarà che non hai smesso di ruotare.
e giri. giri intorno a queste tare.
sono le stesse. e meno male. il cuore.
almeno quello astratto. ha il suo rigore.
ritorna sempre lì dove c’è il dare.
il prendere. l’avere. e dove il male
è in uno con il bene. e ti sostiene.
a ritrovare un senso anche alle pene.
quel senso insomma che mi rende uguale.
diciamo. a te. e insieme il tuo rivale.
l’aria che ti mantiene. e le catene."



Gabriele Frasca, da Rive.



Leggilo tu, trattenendo i respiri.
Leggilo tu che sai come dirmi, leggilo tu che.
Leggilo tu e rendilo mio, questo pezzo di vita che ha lo stesso sapore del
sangue. E della carne.

Dammi un frammento di quello che sono e che non conoscevo.
Dammi un suono, un odore, una forma.
Rendi al tempo la mia immagine sbiadita.
Fotografami.
Si, fammi una fotografia,
una di quelle che non hanno orologio, nè trama, nè ricordo.

Fotografami ancora.
in questo luogo che m'ha disegnata e mai dato un colore.

Sceglilo tu.

Leggilo tu.
CCché non è vero 

1 commento:

Hodie ha detto...

mio dio, questo post è di una semplicità e intensità incredibile.

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