venerdì 11 marzo 2011

Direzione casa mia


Secondo me è la sua pelle a saper di cacao.
Ne ho sentito l'odore mentre facevo la valigia, quando affiancavo ai miei libri il lettore ed un paio di cuffie. Ne ho sentito l'odore anche stanotte, nel mio letto disfatto, tra le parole pronunciate nel sonno.

Quel sonno così breve che non fai in tempo a chiuder gli occhi ed è un secondo e il sole batte sui vetri, frastagliando l'aria in mille particelle, impercettibili e di polvere, leggere e mute, sebbene sappiano tutto.

Quel sonno che a volte ha un nome, altre volte è solo sonno, quel sonno che è sogno e vita insieme, amalgamati mai perfettamente, al punto che puoi fingere - e lo fai - di non saper distinguere l'uno e l'altra.

Ed è un sonno morbido, di carezze e graffi e baci e poi carezze. Ore di finzione, confezionate in un pacco rosso, da scartare a mezzanotte. Per viverle totalmente, nel buio che non riconosci e invece sai. Per toccarle veramente, quelle ore che sanno di niente e di tutto, che si incastrano perfettamente tra le tue abitudini, tra i tuoi ritmi, nelle tue cose, quando vorresti che ciò che è tuo non fosse mai violato.

Quel sonno è così debole che anche uno sbuffo di fumo può interromperlo. Così maledettamente debole che a guardarlo negli occhi, lui che solitamente li tiene chiusi, ti sembra di intuire che tutto ciò che vuole è che tu chiuda i tuoi. Niente di più.

 Probabilmente mi sveglierò, o forse già l'ho fatto.
Intanto prendo un treno, direzione casa mia.




Carmen Consoli, Madre Terra

1 commento:

live4free ha detto...

Pur sempre un sonno...un'altra dimensione nella quale rifugiarsi...tutta tua.

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