domenica 20 maggio 2012

Dalle mani (ad altre mani)



[...]
Nel polso, frastuono. 
Un palpitare così forte, l’ansimare della vita. Pensai che è tutto lì, tra il tatto e il cuore. Pensai che un motivo doveva pure esserci se al tuo silenzio morivo di silenzio, se alle tue corse il cuore mio arrancava, se alle tue urla la mia voce si perdeva. Dov’è che ci si divide un istante, dove va a finire tutto quello che io –di noi- non ricordo? Dev’esserci un modo – pensai – per spartirsi un’emozione così forte. Dev’esserci un modo attraverso cui io sento ciò che tu senti.
Strinsi forte i tuoi polsi per vedere fino a dove il sangue arriva. Se dalle mani passa ad altre mani, se dalla pelle si dona ad altra pelle. Strinsi poi le tue mani, sentendo il battito tuo accelerare col mio. Lasciai andare le mani, che si lasciarono andare. Scrissi ancora di occhi, guardasti ogni rigo, leggesti il mio viso. Provai con le risa, sorridesti splendente. Scegliesti la musica che io stavo già ballando. Capisti i pensieri ancor prima che io li lasciassi parlare. 
Nel polso, a velocità costante, ancora un frastuono. Di migliaia di frasi che ho serrate tra le labbra, di un tremore costante, dentro. Di una lacrima che asciugasti senza saperlo. Della voglia di te che logora i giorni. Mai stanca. 
[...]

A (te, a) questo presente vigliacco 
che chiede il mio coraggio.
Ancora.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Immagini irte o distese
in cui squadernare

il tempo spezzato
del respiro.

onde di pelle
frangono l'anima.

E le mani
a misurare l'ombra;

sibila lo specchio
il sangue

per capire
quanto di te vive

in lui
lo specchio.

Flyinlife ha detto...

...di un'intesa muta e consapevole;
di una comunione di occhi e pensieri;
di momenti intensi e unici _purissimi diamanti_ che brillano fra i ricordi, che si impossessano di te
e vanno oltre
oltre il dolore
oltre la mancanza
e tornano;
e quando tornano sono così bravi a riempire
e così bravi a far sentire il vuoto di oggi
che è coraggio, comunque.

Eteronima ha detto...

Transit, m'hai fatto pensare che ci si vive, a volte, così in sincronia, da sembrare specchio l'uno dell'altra. Il problema sarebbe lasciare andare tutto questo, fingere di non riconoscersi, continuando a spezzare quel respiro e ad analizzarlo, svilendo il suo valore.

Fly, stavolta il vuoto si può riempire. E me lo auguro con tutta me. Tornano quei momenti -vissuti per poco e solo adesso intuiti- ad aprirmi gli occhi. Con la dovuta consapevolezza, non lascerò andare tutto questo.

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