martedì 7 giugno 2011

La vita tra le mani

(La nuca piegata da giorni sullo stesso libro e la sensazione di non aver fatto abbastanza corrodono i sensi e la percezione, come fossi fatta di pietra e la penna non fosse che uno strumento. E invece no. Che riesca o meno nel suo intento, la penna è vita tra le mani.)

Ci sono attimi che, in qualche modo, ti appartengono da sempre.
Ci sono attimi che restano aggrappati alle pareti della stanza come quadri senza chiodo, che non hanno nessun appiglio se non lo sguardo di qualcuno. E fuggono le intemperie, dannatamente fermi, al chiuso. Che mi scrutino, che siano loro a guardarmi, temo. La prospettiva deforma le immagini, le frantuma. Le uccide, a volte.



Ma sorrido mentre vedo gocce di vernice scivolare lungo la cornice. Tendo la mano, le raccolgo. Gelosamente le custodisco. C’è vita, qui tra le mie mani, c’è grinta, c’è una tela vuota e una tavolozza a pois ancora intatti. E l’inganno dei colori è da scacciare, l’inganno degli sguardi da dimenticare.

Un arrivederci ha attraversato i muri come un fantasma alla ricerca di anime da toccare, di corpi da stringere, da perdere e ritrovare. Un arrivederci che ha il sapore aspro del limone e la franchezza di chi non prova. Un arrivederci che non ha bisogno di parole, ché tutto è già in un attimo, in un quadro in cui le tinte sembrano riassumersi in pochi tratti, in cui il pennello diventa un martello pronto a fissare il chiodo sulla parete. Ché gli occhi non bastano, ché senza appiglio non si riesce.



Ci sono attimi che, in qualche modo, ti appartengono da sempre.
E ci sono quadri che invece non rappresentano niente.




(Che riesca o meno, la penna è vita tra le mani.)
 

1 commento:

CustodeDellaNotte ha detto...

Bella l'immagine del quadro senza chiodo...


del chiodo senza un quadro

del segno di un quadro sulla parete

....



Ma non amo ( o... non capisco.. O.. non voglio capire.. né tentare di...) le parole che abbracciano molto (o troppo spesso) sé stesse.
Autoreferenzialità.

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