mercoledì 24 ottobre 2012

Sarà che Ottobre è un'incertezza





Sarà che Ottobre è un’incertezza, sarà che le stagioni si confondono e si fondono come non avevano fatto mai. Sarà l’ebbrezza che mi coglie impreparata, sarà il tuo sguardo che taglia in due ogni emozione. Scrivo per smaltire ogni pensiero, scrivo per assecondare la verità, per ammetterla, per renderla innegabile. Mi sorprendo, davanti a questo foglio bianco, se dietro la grafia non leggo che un’altra bugia. Dov’è finita quella verità che mi appariva innanzi, dove la lucidità, dove il mio raziocinio cinico e necessario, dove i tuoi occhi, dove le tue paure/parole? Sarà che pure l’autunno è un’incertezza, ed i suoi giorni carte scoperte in un gioco senza rivali. Sarà che ho immaginato fiori freschi lì sul tavolo, al mio arrivo, e fatico a ricordare cosa vi fosse, lì in salotto, tra la mia tazzina sporca di rossetto e il tuo bicchiere riempito solo per metà. C’eri tu, dall’altra parte del tavolo, c’ero io da questa. Ed in mezzo a noi, sai, non lo ricordo.

E’ solo che Ottobre è un tempo sospeso, come in attesa di qualcosa che verrà. Sarà che da quando ti conosco le stagioni non si riconoscono più. Fondi tra loro i miei tempi, li dilati, ne confondi i confini: perimetri inconsistenti ma almeno definiti, prima di conoscerti. Scrivo perché tutto sia chiaro, scrivo per saperci inventare, forse scrivo solo per negarla, la verità: ché mi sorprendo, davanti a questo foglio bianco, se dietro la grafia non c’è niente che possa dirsi verità. Dov’è finita la tua voce calda, il tuo desiderio e la mia ritrosia, dove quei giorni, dove quel cielo di Roma? Sarà che l’autunno non si fa capire mai bene, finge il sereno e poi irrompe -improvvisa- la pioggia. Sarà che ho ancora il tuo odore tra le dita. Si incastra bene, sai, e non va mai via.

Tra la mia tazzina –sporca di rossetto- e il tuo bicchiere – riempito solo per metà- c’erano i miei sogni aggrovigliati, doloranti, esausti. C’eri tu, dall’altra parte del tavolo. C’ero io da questa. Ed in mezzo a noi, sai, c’era una distanza che era come nebbia, ad impedire la realtà. E come un pugno, un coltello, uno schiaffo. C'era distanza. Ed un solo fiore: ricordo di un’emozione che fu. Emozione di un ricordo che sempre sarà.





"Un momento dopo, mi ha domandato se l'amavo. Le ho risposto che era una cosa che non significava nulla, ma che mi pareva di no. Lei ha avuto l'aria un po' triste. Ma mentre preparava da mangiare, e per una sciocchezza, ha ancora riso in un tal modo che l'ho baciata."
 Albert Camus, Lo straniero 

8 commenti:

Flyinlife ha detto...

Quanto mi ritrovo in queste tue parole;
quanto ti ritrovi tu negli spunti che improvviso ti riempiono di inchiostro _e vita_
La nostalgia è una culla dolce; più guarda lontano nel tempo e migliore rende l'immagine del ricordo...talvolta lo rende più bello della stessa realtà..

Eteronima ha detto...

Altre volte, invece, non si è in grado di rendere giustizia ai ricordi, nel raccontarli. Prendono forma da sé, si raccontano da soli, e lasciano tracce per tutta la vita.
Ti abbraccio.

Hally Lou ha detto...

Ti leggo. Sempre. Solo non ho più la forza di scrivere. Né di vivere.
Non ce la faccio. Non riesco.

Eteronima ha detto...

Non dirlo, Hally, non pensarlo. Mai. E scrivi, che hai un dono raro e speciale. Io, da qui, ti abbraccio forte forte. (so che mi leggi, e saperlo mi regala un sorriso)

Hally Lou ha detto...

Grazie. Dal più profondo del cuore. Ché le parole restano il solo appiglio che mi resta. Spero non m'abbandonino anche loro. Dovrei urlare che ho bisogno d'aiuto. Dire che sto andando giù. Che non so risalire. Invece so solo star zitta. E ferma. Non pensavo potessimo contenere tante lacrime.

Eteronima ha detto...

Chiedere aiuto è il modo migliore per non farsi più male, o per farsene di meno. Chiedilo, Hally, e impara a risalire. Impara a contare/puntare su te stessa, ma non trattenere quelle lacrime da sola. Non siamo nessuno senza gli altri, non possiamo risalire il burrone se non c'è qualcuno a tenderci la mano. E il più delle volte, Hally, per tutti, conviene cercarla quella mano. Tutto quello che posso fare io (oltre a dire banalità -ma così vere, Hally, così vere-), è urlare insieme a te. E, credimi, lo faccio con tutta me.

Transit ha detto...

Monologo monologo monologo


… sono salita o ridiscesa o mai salita … ho parlato con i passeggeri che se ne stavano zitti mi hanno ascoltata sospettando qualcosa di invincibile e fragile e anche cocciuto nel sangue poi all’ultima fermata sono ridiscesa nelle tasche dei miei pensieri e non ricordo più se sono mia salita e centomila volte ridiscesa alla penultima fermata dove c’era sempre l’albero dell’eucalipto ad aspettarmi col suo odore che ti apre narici e polmoni già quando avevo quindici anni ero innamorata di quell’angolo di strada che d’improvviso come un tuffo al cuore spalancava le sue braccia il mare così lontano di qualche chilometro che quella storia sgattaiolava da tutte le parti nelle mie mani come negli occhi di un allegro stupore di veste lunga come a tacitare il mio corpo che tranquillo spingeva da tutte le parti compresi i capelli lisci muti di pigrizia ed ecco allora ogni tanto urlavo se mi chiamavano Birimba Frichilla pur ignorando non già la voce di chi mi chiamava ma del perché un saluto che sopra questo filo bus suona ancora curioso non sentirne più nessuno chiamarmi nei nomi che nessuno portava come le mie sorelle e anche i fratelli e tutta la gente del vicolo mentre scendevo giù nella piazza principale mentre guardavo le facce dei colombi volare quello mi avvicinò ancora di più a spingermi nello scuro di un portone che nemmeno le labbra muovevo per gridare la veste alzata le mani a sbrogliare le mutande non volevo giocare al dottore il sangue di vergine di una povera scema scendeva ancora saliva con me le cosce insanguinate vagavo col dito in bocca e lacrime scendeva giù nel vicolo la gente diceva un signore sconosciuto le sbavava sul collo la sua femminilità di bambina e madre impraticata dalle parole cadevano foglie di un settembre freddo e poi d’autunno splendente di sole nel riverbero del mare il buio del cuore … ecco l’ultima fermata o la prima o una delle tante/si.

Serpente Piumato ha detto...

Una bella storia d'amore ...
http://www.youtube.com/watch?v=AzpXdYUa14o

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