martedì 16 ottobre 2012

Rosso tenue (a dipinger foglie e colli)




E parlava di alberi e radici come fossero giornali del mattino. Cadono le foglie, danzano nell’aria, consuetudine di ogni autunno, ciclo naturale, meccanismo insovvertibile. 

E’ autunno. E’ autunno e ancora manca quel colore – rosso tenue, a dipinger foglie e colli-, è autunno e mi sorprende, col suo fare solito e mai casuale. Non ho ricordi, ricordi forti, che leghino la mia memoria a foglie secche e alberi spogli: col vuoto dell’intorno c’è un vuoto più profondo. Lacrime, tempeste e occhi grandi, tutto quello che ricordo. 

Ma l’albero nel mio giardino, lo stesso che è diventato grande insieme a me, mi sorprende: spoglio, vuoto, quasi inconsistente. Mi stupisce ciò che è prevedibile, ciò che è naturale. Mi stupisce ancora il volto di mia madre, la rugiada di mattina, quando ancora il mondo è assente. Mi sorprende trovarti al mio fianco –al risveglio- senza pelle e senza odori, presenza effimera eppure così forte, abbraccio caldo in questo freddo che ora sì, è arrivato. I miei vestiti nell’armadio ordinati da altre mani, quelle materne, quelle che sempre mi accolgono come fossi rara cosa, quelle che impediscono all’autunno –lotta vera, mani contro mani- di spogliarmi delle mie risorse. I disegni dell’asilo, le poesie scritte per gioco, quella letteratura sbagliata riposta nella mensola lì in alto, i romanzi -quelli buoni-, quelli  che vivono con me ovunque vada. Son pezzi di una storia mai raccontata, suggerita dalle frasi, sempre contenuta. Smorzata dal coraggio, offuscata dalla voglia di rivalsa.

E’ autunno. E’ autunno e il sole arranca mentre un uomo compie una missione lì, in cielo aperto. E’ autunno e tutto muore per trovare nuova vita. Resurrezione consueta, il paradosso del fattibile, la mano materna in cui trovo ristoro. E’ autunno e ancora manca quel colore –rosso tenue, a dipinger foglie e colli- è autunno e mi sorprende la sua natura a riproporsi. E’ autunno, sai, e mi sorprende –come epifania improvvisa, lampo di luce, verità mai ammessa - non trovarti ancora qua.


Col vuoto dell’intorno c’è –ancora- un vuoto più profondo.

5 commenti:

Serpente Piumato ha detto...

Un rosso relativo ...
http://youtu.be/hADtH2QgVQY

flyinlife ha detto...

Un abbraccio che non perderai mai;
è lì, vive dentro te
e nello specchio _sono certa_ puoi vederne i tratti e sai che è lì..sempre

Eteronima ha detto...

La parola "sempre" mi sembra avere un senso solo ora.

Guido Mura ha detto...

Ed è già autunno, di uno strano anno, in cui tante cose sono cambiate e tante potrebbero ancora cambiare. Ma forse no. Rimangono ancora i libri da leggere, quelli buoni, a portata di mano, e quelli da scrivere, che forse non vale nemmeno la pena di scrivere. Solo che l'uomo, se non comunica, che senso ha nel mondo?

Eteronima ha detto...

Nessuno, assolutamente. La vita non è senza comunicazione. Non è senza le stagioni, senza i cambiamenti. Ho iniziato un nuovo libro proprio oggi. Oggi che, almeno da queste parti, più che autunno, sembra primavera. Ti sorrido

Posta un commento