martedì 2 ottobre 2012

L'amante di ieri e l'anima di vento






Fino all’ultima goccia, bevve il suo liquore come fosse l’ultimo bacio all’amante di ieri. -Addio, corpo vigliacco, addio carne e nient’altro. Non sento più niente, non voglio più niente-. Si leccò piano le labbra, mosse appena il suo sguardo, lo poggiò su quelle mani distratte, da tempo ancorate alla sua sola immagine nuda. "Sei bella", diceva. Il giorno seguente tutto restava impresso come impronte digitali, tutto, fuorché la sua anima di vento. Non vi si chiudeva dentro, l’amante di ieri. Contratte, le braccia, nel toccarle i capelli, disegnavano quel cerchio che sembrava portasse al suo cuore. Non era una strada, quello era l’inganno. Come indicazioni stradali che non coincidono con la mappa, come un indirizzo sbagliato che fa arrivare in ritardo, come un saluto alla persona sbagliata, col giusto sorriso. 

Fino all’ultima goccia, mischiò il suo sudore a quello dell’amante di ieri. Addio, pensava, odore unico, unico amore. Addio specchio di me, addio al tuo sapore, addio a questo letto. Non voglio più niente, non provo che niente. Rimise l’anello e la giacca, versò ancora del liquore all’arancia, sorrise sbeffeggiando il già fatto, prese le chiavi dal suo comodino in disuso. Raccogli i tuoi stracci, pensava, ridammi le mani, ridammi i pensieri, il mio odore, il mio amore. Non sento più niente, non voglio più niente. Non fosti che un’ombra, amante di ieri. Ad umiliare la pelle, ancora una volta violata. Non fosti che carne, mentre i miei occhi cercavano carezze. Tu fosti la pioggia, io il tuo vento. Tu fosti un amante, io non fui che la mia anima di vento.

E allora gli strinse i polsi, guardandolo impassibile, guardando i suoi occhi in cartapesta. Strinse i suoi polsi e non senti che la stoffa:  né un battito, né un sospiro, né sangue, solo un attrito. Sentì il suo -di lei- respiro soffiare più forte, come a suggerire vai via, tu che di vento sei. Trattenne la corsa sfrenata del sangue, le parole che non gli seppe dire, il grido straziante del cuore, incassò quel pugno allo stomaco che è un male più forte, atroce, violento. Poi - fredda e severa, indossando la maschera che più delle altre tradiva il sentire - trattenne - esausta - il getto di lacrime che gli occhi avrebbero vomitato per lui. 
Fino all’ultima goccia.



Image by http://etimo.it
Da Bonomi, Vocabolario Etimologico della Lingua Italiana


(A ciò che verrà, a ciò che è già qua).

5 commenti:

Flyinlife ha detto...

Bellissima visione dell'animo...elemento effimero..
La propria natura Vera espressa nella passione di una notte _ma nella piena consapevolezza del proprio essere e di quello dell'altro..
Sempre incantevole Tu...

Eteronima ha detto...

A volte sembra così difficile distinguere il corpo e l'anima. Forse perché in qualche modo tutto, ma proprio tutto, ha ripercussioni sull'anima. O forse perché tutto nasce proprio da lì. Anche e soprattutto la passione, di una notte. O di una vita.
Ti abbraccio, mia Fly.

Serpente Piumato ha detto...

http://lungolavia.iobloggo.com/186/sei-molto

Hally Lou ha detto...

Commossa.
Insieme a te a trattenere le lacrime.

Eteronima ha detto...

Hally,ti abbraccio. Bentornata :)

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