martedì 12 giugno 2012

Tra il seno ed il mento




Fu il rumore del cucchiaino nel tè a rompere il silenzio. Unica nota ammessa nel silenzio di quei giorni. Fu neve, il giorno dopo, a dare un colore –che colore non è- a quel quadro oltre la finestra. Fu l’alito leggero del vento dell’est a dare agli alberi l’aria vissuta dell’autunno. Non fu il nostro calore, né la nostra resa, ad appassire le foglie. Fu forse l’odore forte dell’asfalto a coprire quello della pelle tua che sembrava essere una mia esclusiva. Qualcuno, una volta, mi disse che il sentimento è fatto di odori. Qualcuno, quella volta, mi strinse e annusò la mia pelle tra il seno ed il mento. Battevo a macchina i pensieri, giravi ancora lo zucchero nel tè. Fu un solo guardarsi –lungo la scia di un sentimento scomposto, ma ancora vorace, carnivoro, quasi crudele – a dirci che le lancette avrebbero presto segnato la fine. Del giorno. Del sole. Di noi. 
Fu un urlo strozzato a rompere la magia dei momenti passati. Unica parola –sì- che riuscii a pronunciare, unico istinto che ancora –negli anni- non so gestire. Cadde la neve, un solo giorno dopo. Fu Natale in un momento. Non fu che gelo, ciò che ci donammo senza saperlo:

Che fretta nel darsi – mostrarsi accorati il piacere -, che ansia nell’intrecciarsi di corpi, che forza l’istinto del gusto. La geografia del tuo corpo imparai a memoria, come una filastrocca, o una ninna nanna che non fa mai prender sonno. Sentirsi. Rischiare come in un gioco d’azzardo. Puntai tutto il resto. Vinsi un malloppo. Banconote corrotte, che resero un tempo la felicità. Pagai col sangue la pena dell’eccesso. Buttai le chiavi di casa in un sogno interrotto. Che forza, che ansia, che fretta in quel letto. Le braccia legate in una coperta di lana, intrecciate, cucite, serrate. “Hai voglia di uscire?” Poi l’inevitabilità di rimanere qui dentro. Fuori è un momento, si perde nel caos. Dentro ci si appartiene, ogni minuto è un nuovo sentiero. Un nuovo verso, l’ennesimo, ancora scandito, di quella stessa filastrocca. Bruciavo. Smarrivi i tuoi sensi. “Non vedo, non sento, non avverto che te”. Restammo aggrappati, di nuovo, ancorati alla foga di noi. Un bicchiere di vino, l’ennesima sigaretta. Volgesti lo sguardo al letto disfatto. Pensai che avrei potuto prevedere ogni tuo movimento. 

Fu forse soltanto che quell’odore svanì e non avvertì in un secondo.
Qualcuno, una volta, mi disse che i profumi non sono mai eterni, che anche quelli dell’amore svaniscono quando l’amore svanisce. Qualcuno, una volta, mi disse che non sarei mai svanita. Quel qualcuno, quella volta, mi strinse e mi disse "la tua pelle ha l’odore del miele, la tua pelle ha il profumo del sempre”.


Ma i profumi, quelli no, non sono mai eterni.

7 commenti:

C.k. ha detto...

Adoro il tuo modo di scrivere quando si fa così lieve... quando sta in equilibrio fra i ricordi personali e il crepuscolo delle stagioni. E poi qui evochi quell'universo incredibile che ci si spalanca quando ancoriamo il nostro immaginario agli odori e ai profumi.
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D'accordo i profumi e gli odori non saranno eterni ma si ancorano in modo indelebile alle immagini e alle situazioni.Tanto che anche a distanza di anni le immagini che formano un mio ricordo, mi permettono di avvertire proprio il profumo di una pelle, di una stanza, di un giardino, di un lungomare.
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Sono i ricordi più preziosi, quelli anche che fanno male, che urlano nel silenzio più assoluto, che si sono piantati nelle cellule più di ogni altro. Questo fanno gli odori. Si piantano nella carne.

Eteronima ha detto...

Nell'aria non c'è più alcun profumo, dentro c'è ciò che rimane di quel profumo inebriante. Credo che sia, quello dei sensi, un modo per farci abituare al presente. Credo che la loro intenzione -dell'olfatto e degli altri sensi- sia di farci convivere con quello che è stato, per aprire le braccia a nuove esperienze. L'odore del mare presto ci riporterà a nuove strade, l'odore dell'erba a nuovi prati, il profumo di una pelle sarà soppiantato da quello di un'altra pelle.
Hai ragione, si piantano nella carne. Non saranno eterni, ma hanno una forza che irrompe dentro anche dopo anni, anche nell'assenza.

(Io invece adoro quando qualcuno riesce a scorgere la verità di quello che ho scritto). Un sorriso.

flyinlife ha detto...

Attrazione, dedizione totale e incondizionata,
bruciata tutta in un istante solo..
E lascia profumo e sapore in bocca;
che svaniscono pian piano _ma ritornano_ sempre
basta un gesto, un rumore, un profumo
_un istante_

Eteronima ha detto...

Un solo istante a far la differenza. Un solo brevissimo istante. Ti bacio.

a song for simeon ha detto...

Ho l'impressione che, in fin dei conti, solo l'assenza sia davvero dicibile, perché la natura profonda del linguaggio è quella della chiamata a chi è lontano, probabilmente anche della runa che invoca i morti o del discorso sciamanico che plasma il giorno successivo. Quindi in qualche modo ripetiamo un movimento molto antico, in questo -avere per perdere per scriverne- Non credo sia soddisfacente come declinazione del sempre, ma almeno è qualcosa che ci portiamo sotto la lingua e nella memoria genetica.

Anonimo ha detto...

I poeti hanno il moccio al naso
e sbuffano sui petali di rosa.

I poeti hanno labbra di luna
e nasi di lampare.

I poeti hanno l’occhio cieco
e il piede adunco.

I poeti hanno sete di carne
e dita d’artgli.

Graffiano il cuore alla balena
dell’universo,

ma è solo lo sfizio
di toccare il culo di una donna,

a mandolino nella notte,
i polpastrelli dai larghi sorrisi.



Transit

Eteronima ha detto...

a song for simeon: un altro modo per dire che "sempre" non esiste. Lo inventiamo noi, in quelle notti in cui il tempo scorre leggero ed i pensieri si dividono in due. Lo smentiamo ogni volta che a quelle notti si sostituiscono altre notti, più cupe, meno leggere, da tenere sulle sole nostre spalle. Poi lo scriviamo, sì, ma non lo pronunciamo più. Eppure nell'assenza -e in quel continuo scrivere- c'è il persistere di un amore più forte, sottaciuto e nuovo, che aspetta solo di essere chiamato col suo nome.

Transit, sorrido. Bentornato. Anche se so che non sei mai andato via. :)

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