lunedì 25 giugno 2012

Notturno -la tua pirouette cauta-


Pensavi forse in un giorno di ricostruirne la forma? Di quell’amore usurpato, violato nella sua coscienza incorrotta. Pensavi davvero di odiarlo, quel sentimento strozzato che ha fatto dei giorni attesa e della pelle corteccia. Graffi profondi nella carne, poi il ricordo –vago- di una cura.

Fanno male i silenzi, i romanzi interrotti, le canzoni che fatichi a riascoltare. Fanno male  le dita quando, nell’improvvisare una nuova danza, ricordano quanto duro sia il ballo senza il coraggio: la tua pirouette cauta che zittisce l’emozione, il tuo muoverti incerto sul palco indegno di una replica. Fa male un coltello, fa male quel taglio – sulla gola, ad incidere anche il respiro. Che affannato s’abbatte sulle pareti del cuore -ubriaco, maldestro, illuso. Un sopruso-.

Pensavi –continuamente pensavi- saranno passeggere le mancanze, e recidivi pure i sogni. Sarà che hai speso parole per una poesia che di senso non aveva che il tatto. Che hai sopravvalutato i suoi occhi, ennesimo inganno. Che hai ancora un vuoto che si riempie di sé, mai appagato, mai sazio. E che è questo che fa più male, il replay di te. Guardarti mentre attraversi i giorni. Non riuscire ad immaginare il tuo sguardo su quello di chiunque altro. Trovarsi –da sola- ad amare e ad odiare solamente te stessa. Accorgerti che ogni percorso non è mai lineare, e che accoglie al suo interno l'ansia della scelta e i suoi dubbi. Accorgerti che è passato del tempo -abbastanza- da quando ti chiudevi nella tua stanza e piangevi, trattenendo aria nei polmoni fino a mancare. Scoprire che la tua pelle ormai non ha più lo stesso sapore, per chi, come te, non riesce più ad amare.

E poi accorgerti –tutto d’un tratto, come folgorazione improvvisa- che quello che resta –se resta- , quello che è stato -che davvero è stato- è così vuoto e così sordo e così ingordo e così passato che no, non fa più male.

(tutto d'un fiato)

10 commenti:

Hally Lou ha detto...

Non farà più male, allora.
Grazie.
Sei la speranza in questa orribile notte che mi attende.
Sei la fiducia che ripongo nella fine di tanto tanto dolore.

Eteronima ha detto...

Ne sono veramente felice.
Ti abbraccio, cara. Grazie a te.

Flyinlife ha detto...

Sei un abbraccio materno.
Sei la dolcezza di una cantilena consolatrice.
Sei la verità nella solitudine dell'amore e dell'odio per se stessi soltanto.
Ti stringerei forte.

Eteronima ha detto...

Fly, forse ci sarebbe bisogno di qualcuno da amare davvero. O da odiare. Ho la sensazione di non aver fatto mai nessuna delle due cose. Forse tutto avrebbe più senso. Forse.
Ti bacio.

Anonimo ha detto...

battono le ali
nell’aria ferma

soffio astruso
caracolla

marmorei
giacciono i colori

polvere di farfalle
a spettinare il cielo.


T.

Eteronima ha detto...

Che immagine meravigliosa. Ciao Transit caro :)

chand ha detto...

quello che resta non è mai quello che è stato ...
è luce quella che ci circonda? forse, se si diffonde nelle nostre cellule è perchè l'ombra diventa più scura
è sale e aroma l'ingestione di una pelle che ha saziato quella fame, mai placata?
l'unica parte di noi che non mente due volte di seguito è la gola...
mi hai fatto tornare in mente queste parole non ricordo di chi: "non parte chi se ne va, parte chi resta. Chi se ne va, era partito già molto tempo prima"

http://chandrasekar.iobloggo.com/292/non-parte-chi-se-ne-va/&y=2008&m=06

Eteronima ha detto...

Sai perché questo post non ha un suo sottofondo musicale? Perché ad ogni lettura mi è sembrato diverso il senso e così non sono riuscita trovare un suono che mi sembrasse adatto. Perché quello che si scrive, così come quello che si vive, cambia continuamente una volta compiuto. Quello che resta forse non resta neanche. Quello che è stato sembra ogni giorno più lontano. E le partenze, quelle sono solo un ricordo.
Sei sempre il benvenuto.

giardigno65 ha detto...

si vive di dettagli protagonisti e un po' crudeli

Eteronima ha detto...

fossero solo dettagli! Grazie del passaggio, e bentornato. ^_^

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