martedì 11 dicembre 2012

Il était une fois




E se si potesse rileggere tutto, e rileggerlo a ritroso, invertire l’ordine degli eventi, cominciar dalla fine:

allora tu avresti gli occhi gonfi e lucidi, ed io il mio sorriso che maschera bene il pensiero. Avremmo nulla da dirci – "dopo" ore a declinare parole -, e un congedo formale per evitare gli addii. Poi sarebbero idee, ognuna intrecciata all’altra, di progetti futuri e carezze poco frequenti. Sarebbero conti di stipendi mai ricevuti, e un’ipotesi goffa della nostra casa e del nostro giro del mondo: io col mio sogno di letture e sceneggiature di altri senza scopo di lucro, come una beneficenza estetica di quella bellezza che è in assoluto, e tu con l’auto che hai sempre sognato, a convincermi che i tuoi ragionamenti sui raggi solari siano inconfutabili e dimostrabili – ed io a ridere forte di quanto sei buffo-. Poi sarebbe il tempo dei giorni a Roma, i primi, e dell’entusiasmo di andare. Poi ancora i nostri abbracci, di notte, a scambiarci promesse nell’incoscienza del sonno. Le tenerezze che dimentico. Il caffè la mattina. Lo specchio imbrattato di schiuma da barba, in casa mia, che non era la nostra. Tu che mi chiedi di leggere per te l’ultima cosa che ho scritto. Il vino troppo buono per lasciarlo a domani. Poi ci sarebbero le giornate di primavera inoltrata, col sole, su tappeti verdi d’erba fresca e lo scroscio dell’acqua a farci da nenia. Cogli occhi rapimmo un pezzo di cielo-cogli occhi custodimmo un solo desiderio. E poi l’ebbrezza di quella sera, la canzone che scelsi per te, la mia e la tua insicurezza a fondersi in forza. Guardarsi e riconoscersi, improvvisarsi istintivi, pelle sulla pelle. Fu quello il momento.

Se si potesse rileggere tutto, e rileggerlo a ritroso, invertire l’ordine degli eventi, cominciar dalla fine e all’inizio approdare, ora saremmo io e te, in un Aprile piovoso, a ridere forte promettendoci l’un l’altro niente più che un inizio. Un C'era una volta e c'è ancora adesso, in un tempo cristallizzato e che per sempre sarà fermo, un bacio francese ed una vecchia promessa.


Così che il ricordo di noi si faccia bello, 
e le promesse di oggi facciano meno paura. 

4 commenti:

Flyinlife ha detto...

Nostalgia dolcissima che ferma il tempo e che cancella il dolore.. è questo che rimane, si; è questo che rimane in chi l'Amore, lo sa portare dentro di se, sempre e comunque..

Eteronima ha detto...

Che lasci un buon ricordo. E che sappia prendere la forma dell'esperienza, che è solo l'altro nome del passato. Guardo avanti. E senza fretta. Ti bacio

Hally Lou ha detto...

Senza fretta. Sì.
Tutt'al più chiudere gli occhi, ogni sera, e inventarsi un nuovo "C'era una volta".

Eteronima ha detto...

..come una fiaba che conosci a memoria, ma che ogni volta è così bella che ti pare nuova.

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