lunedì 11 luglio 2011

Cielo e solo cielo






►Raining in Athens, Azure Ray


Sono gli occhi a dar forma alle cose. A dar colore e luce ad un’immagine.
Come quel gioco che si faceva da piccoli, quando ci avresti scommesso qualunque cosa che toccare una nuvola sarebbe stato facile, e che sarebbe stato proprio come lo immaginavi. Tuffarsi in un letto di panna, di schiena, braccia in aria, caduta libera e sicura. Ricordi? Ricordi quando una forma o un colore erano migliaia di figure e centinaia di sfumature? Quando dietro una nuvola c’era il cielo e solo il cielo? E, sotto, altri colori ed altre forme da guardare. Da inventare. Nessun dubbio, avevi, che fosse proprio come la immaginavi. Morbida.


E mi vien da sorridere, quando penso che non faccio altro che tenere i piedi ben saldi a terra. E mi viene da sorridere se penso a quante volte un’ombra m’è sembrata una scultura ed ho taciuto, ché ho smesso tempo fa di esser bambina. Chi ci scommette più che toccare qualcosa sia proprio come pensavo, chi ci scommette più un soldo che dietro una nuvola ci sia solo cielo.


Ed ho riso di nuovo di me quando, cogli occhi brillanti della sua età e con le mani colorate coi pastelli, ha indicato una nuvola e m’ha detto Nelli, ma lo sai che puoi arrivarci quando vuoi, lassù? Basta salire sulle spalle di un papà.

Certo che lo so – ho bisbigliato – ma scommetti che vanno bene anche le mie? Ha risposto sorridendo.

Così dalle mie spalle ne ha toccata una, ed io con lei.

Davvero, eh.








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