martedì 26 luglio 2011

Ancora, per la prima volta



►Stars, Warpaint

La notte - quella notte - è andata via chiedendosi perché.

Ha voltato le spalle piano, ferma per qualche minuto sul binario del buio, per poi correre e tuffarsi nel nuovo giorno. Frettolosa come quei viaggi che son fughe e scorciatoie, ha salutato i miei passi stentati, in una notte - quella notte - che s’era ubriacata di sé. Coperta da una nebbia che non era di atmosfera. Velo di maya striato sull’occhio.

Moriva presto il desiderio, veicolato da curve a gomito difficili da seguire senza inclinare la testa, e indirizzato verso altri luoghi, lontani la distanza di un aspetta. Dirlo di nuovo, o lasciarlo sospeso tra la mia bocca e il tuo orecchio, o dire una sola volta resta, per dar un senso ad una forma che io credevo sostanza. Carne. Sotto pelli diverse che ne fanno una, dondolandosi bene e respirando forte sulle parole taciute. O dette piano tra le labbra, prigioniere di giochi di fiato.

La notte - quella notte - avrebbe raccontato di intrecci veri, piuttosto che di grovigli di imbarazzi, se solo avesse avuto un fine, se solo avesse avuto fine.

Moriva giovane l’aspettativa, moriva tra le voglie e i dubbi, si accasciava a terra incerta, prima di riprendere il via sulla strada di ferro. All’arrivo, oltre le gambe di cento passanti, c’erano auto. E le auto correvano. E le luci sembravano frecce e poi schegge e poi stelle. C’era la luna, a ricordarmi la lontananza da casa, c’era vento, a ricordarmi che il viaggio che avevo appena fatto era avversario vinto di quella stessa brezza. La velocità ne aumentava la forza. La velocità ne spegneva, a tratti, l’intensità.

Alla partenza, tre gradini erano salita immobile e infinita. Alla partenza, tre gradini son diventati discesa ripida e veloce, da percorrere in un attimo. Per sentirla di nuovo, la tua mano sulla schiena. Per sentirla ancora e per la prima volta.

Poi pensavo che la notte avrebbe raccontato di intrecci veri, piuttosto che di grovigli di imbarazzi, se solo fosse stata davvero quella notte.

La fine del giorno, ubriaca di sé stessa e non di te, s’è spiegata il perché.

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