domenica 12 febbraio 2012

Journal (il post che si autodistruggerà)



Dalle pagine scritte per raccontarmi me stessa un domani.
La voce narrante è la mia. La protagonista, stavolta, ha il nome mio.

17.11.2011
Capitolo I. Ferma al capitolo I da qualche mese. Certo, non tutto è come avrei voluto. Certo, non tutto ha preso la piega che desideravo, o che credevo di desiderare. Ma ci sono. Con me stessa, con gli altri, con la vita. Ci sono. I momenti da vivere (forse domani, forse poi) non sono illusioni, son diventati tentativi. Mi butto. Scelgo un burrone altissimo ma non per questo il più rischioso. Ci provo. Sorrido. E’ che c’è da fare, da vedere, da toccare, intorno. Di aspettative in realtà non ne ho, di desideri sì. Sebbene si siano spenti, in qualche modo tornano vivi. Lo fanno quando mi distraggo a pensare ad altro. [...]
In realtà, è un periodo per me. Per riconoscermi e costruirmi. Per guardarmi e guardare. E perché no, per viaggiare.
Capitolo I, “chi sono”.
Sfondo bianco, penna blu. 
Si ricomincia.

[…]

12.02.2012
Da qualche giorno la neve prova a rischiarare i giorni, che di per sé sono incolori. Mesi densi son trascorsi, corse brevi che non hanno visto traguardo. Tra gli sguardi c'è uno sguardo nuovo, e il suo sorriso. La verità, la mia verità, è che adoro quegli occhi.
Gli occhi che mi guardavano prima ci sono ancora, meno frequenti, meno attenti, dopo aver tentato di allontanarli. Ha bei mondi dentro, che io non sono riuscita che a intravedere, ché non m'è stato consentito l'accesso. Ha bei mondi dentro, ma una lastra di vetro – sottile e già crepata, quindi tagliente – a custodirli. Mi fa rabbia. Ora un po’ meno sì, perché, per la prima volta, per pochi secondi, ho sentito di non voler oltrepassare quella lastra. Per la prima volta. [...]
Io. Io non so dove sono. A che punto della mia vita, cioè. Se muoverò veramente io le fila, prima o poi. Non so quando. Non so se. So che ho desideri, lontani forse troppo, forse invece solo un battito di ciglia. 
Oggi c’è il sole: cielo blu, basse temperature. Oggi c’è il sole e domani molto tempo per pensare. Nel frattempo, in questo tempo che non conto ormai da molto, provo a fare i conti con me stessa.
CAPITOLO III, "attesa". 
Altro burrone, altro tentativo.
Sorrido e prendo l’ennesimo foglio bianco. 
Da riempire ancora.



Muta tutto. 
E tutto è ancora fermo a ieri.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Dietro di noi il fitto vocio
le ali di neve

Di acque profonde
racchiuse

Dune
Nel silenzio

bianco
gli occhi ciechi

a spaccare di lacrime
l’anima

- incorruttibile
e casta –

di tutto il fango
che conduce alla morte

potenza incrollabile
i freddi tuguri dell’anima

quando
il sole secca

e tu mondo
e tu umanità a patire

gli strati
i voli dei pensieri.

Anonimo ha detto...

Quando la mano
è pensiero di carne

ciglia d’abisso
la solitudine

danza.
Quando gli occhi

celano pudore
sotto il trucco

fiamme
di desiderio e passione

consumano
i polpastrelli armati

della propria professione
scudi

nell’aria
rarefatta agghindano

l’anima di rimmel
e profumi.

Quando i cuccioli affamati
nel ventre della neve

danzano d’attesa
pietrificati

il sole nel sangue
nessuna pozione a scioglierli

se non la pazzia di muli
che essi – amore – chiamano – Baci -

Quando quella tesatardaggine
o della privazione e la malinconia

(piace così tanto condurre nel costato)
il dolore e la sua paura

anche a noi errabondi
incarcerati esangui disadratati

l’agonia dell’estasi
fino

a morirne
stimmate nell’anima

incartapecoriti, prezzolati,
i baci.

C.k. ha detto...

Splendidi come al solito i Sigur Ròs.
In questi giorni di neve risuonano ancora meglio.Di più... Dentro.
Quanto alle tue parole sono vertigine
La stessa di quando si esce dal buio e ci si affaccia sul bagliore della neve.
Perchè questo è un foglio bianco.
Vertigine.
.
Desiderio di fare i conti con sè stessi, ma anche no. Desiderio di disegnare qualcosa che ci somigli che ci rispecchi.
Tentativo.
.
"E’ che c’è da fare, da vedere, da toccare, intorno."
Proprio così. E forse questo non è altro che un modo per fare i conti con sè stessi. Mettersi alla prova... Con un sorriso e la curiosità di affacciarsi ad un giorno di neve. Ad un bagliore di ghiaccio che riflette un sole possibile
Con lo stupore che ci prende davanti ad un foglio bianco.
.
E bello scrivere in blu.
E' bello camminare sulla neve. Scriverci sopra
col nostro andare.Sul foglio bianco che è un giorno nuovo.

.
http://curiosidelmare.blogspot.com/2012/02/oggi-ho-disegnato-su-una-piazza.html#links

Eteronima ha detto...

Bella l'immagine dei passi che, come inchiostro, scrivono di noi. Sulle strade, sui fogli bianchi, sui nuovi giorni.

L'esperienza, se così si può chiamare il vivere ciò che c'è intorno, ci forma sì, ma a volte ci deforma. Ci fa credere, attraverso gli errori, di essere quello che non siamo. E allora un nuovo foglio bianco -o una giornata di neve, o un nuovo sguardo - può servire a tornare in sé stessi. Nella propria forma. Nella propria - vera - interiorità.

Un sorriso.

Eteronima ha detto...

Transit, le tue parole, lo sai, corrispondono - e rispondono - ogni volta alle mie sensazioni. Di nuovo vive.

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