giovedì 12 gennaio 2012

Al di là del vetro





"Fa freddo", mi dicesti voltandoti a guardare al di là del vetro.

Si respiravano, quel giorno, i primi odori di inverno. Si avvertiva, sulla pelle, il primo freddo. Quello fatto apposta per provare poi la sensazione accogliente del calore. "Oggi pioverà", aggiungesti, scostando la tenda dal vetro. Ci separa dalla verità, pensai, questa finestra. Intrappolati in giorni secchi, noi. Nella siccità di un sentimento che non germogliava, che non aveva nutrimento, che restava seme, mai fiore, né frutto. Che gelava al freddo.
Poi tra le parole un istante si bloccò. I tuoi occhi fuori dalla stanza. Le mie labbra costrette al silenzio. I pugni tuoi chiusi dalla rabbia della fine. Voci a confondermi, occhi bassi, mani ad indicare il pavimento. Come volessero cadere a terra, come si arrendessero alla realtà della gravità. Non avemmo fiato, né forza, per ricostruire la nostra illusione d’amore. Illusione.

Fa freddo, pensai, anche qui dentro. E pioverà domani sui nostri volti, nel dirci addio.

Altre stagioni ho vissuto da quel giorno. Quel giorno che, seppure prepotente, moriva sfinito. E pioggia e sole i miei occhi han visto passare, e pugni chiusi e silenzi nuovi ho vissuto. Perché ogni stagione ha i suoi frutti. Ma dei miei semi non seppi mai fare germoglio. Con le mani – ed altre mani – sbagliai. Con altri occhi – ed i miei occhi – ingannai le prospettive.

Fa freddo, di nuovo. Da questa parte e al di là del vetro. In questa stagione vuota, e lenta. In questa stagione che ne attende una nuova. Che finalmente germogli.
Fa freddo, sai, anche oggi. Nel ricordarti illusione. Nel ripensarci chiusi in quella gabbia. Nel riconoscere, ora, che quello che veramente ci faceva paura, da questa parte e al di là del vetro, eravamo noi.
Noi.
Noi che gelammo al freddo di un amore



che non c’era.



12 commenti:

Flyinlife ha detto...

A volte l'amore lo fa, sai...ingannare le prospettive... Ti esprimi sempre con una intensità coinvolgente, sei bravissima.

Mnemo ha detto...

Bellissimo. A tratti mi ricordi Mogol...

Anonimo ha detto...

un respiro bloccato, chiuso in una conchiglia mai trovata.

Transit Medina

Anonimo ha detto...

le carezze corporee
traghettano eros.

occhi di lupa
le dita,

e pelle di pesca,

in sincronia,
svestono l'anima.


Transit Medina

Anonimo ha detto...

l'isola adagia
il muso,

riverbera
la risacca,

cavallo
lo sciabordio,

echeggia
silenzio,

l'anima emersa.


Transit Medina

Anonimo ha detto...

s'avvinghia
all'anima

il tremulo
lunare

cuore
aumenta

rappreso
sguardare.

Transit Medina

Anonimo ha detto...

aspetti il vento
prima di lucidarti le scarpe.

aspetti il bacio
prima di dragare il sogno.

aspetti il sale
per insaccare la serata sciapita.

aspetti i passi delle ombre
per vederne baluginare le nitide orme.

aspetti lo scivolare delle lacrime,
eppure non sai piangere da oltre mille anni.

aspetti la pioggia per bagnarti l’anima,
ma non hai vestiti di ricambio.

aspetti di volare in alto nel cielo,
ma hai il sangue di cemento armato.

e, stringhe di bugie,
il rosario double face della tua coscienza.

aspetti di lucidare le ossa
prima di coricarti e far l’amore.

aspetti il bicchiere adatto
prima di mandare giù

la parte dolce dell’amaro.



Transit Medina

Anonimo ha detto...

La donna(nel quadro)di Hopper

Sono qui.
Ossa e carne e,

fluttuo.

e, non ricordo il colore
dei miei occhi, pur sapendo

che la signora di fronte
dice che sono verdi.

la memoria bisticcia con i detriti
dell'anima, edificio d'amianto,

nell'attesa spasmodica
dell'aggrapparmi.

sovvengono
l'acqua del ruscello e la stella;

un ramoscello e l'animale impaurito
nascosto nel sottobosco.

D'avanti a questo tutto e
a questo niente.

Mi annichilisce e so che non posso
fare niente.

L'immarcescibile niente
dello Staus Quo.

possedere
scava nel baratro del niente.

e so,
so che non mi credete:

ho fermato il cuore
del mio corpo.

e, continuo a svegliarmi,
vestirmi e guardare.

Di cosa posso
parlare

se dovessi ... trattenermi
a svestire la voce?

il niente
di queste mie catene.


Transit Medina

Anonimo ha detto...

Il freddo interiore, gli occhi che guardano fuori: sensazioni che abbiamo provato in tanti, tanti che qualche volta vogliono illudersi, immaginando un calore che non c'è.

Anonimo ha detto...

il cuore si pallida
sul finire le mute labbra

d'adolescenza il giorno
s'alba

il viso si accaparra
la rosa

dolce e feroce
la via tormentosa

schiude
l'emozione,

il sognato bacio.


Transit Medina
Sponde del Mediterraneo

Anonimo ha detto...

Madre mia,
ti allontanavi quando era ancora buio.

Nutrivi la mia pelle con il solito racconto
di mio padre: secco e giocattoli fantasma.

Cantavi la vita storta col cuore sgranato,
persino i passerotti si fermavano ad ascoltarti.

Struggevi il mare e i tuoi vecchi,
cercando nel cesto il sole delle mollette.

Lasciavi il profumo di te sul cuscino,
baci azzeffunno, e la tua anima sfangata.

Accoccolato nel dolore della solitudine,
sputavo in faccia alle nuvole, uccidevo mostri

per difendere e custodire
il calore sviscerato delle tue mani immortali.

Transit Medina
Sponde del Mediterraneo

Giuseppe Crispo ha detto...

Il fiore hai suoi tempi per sbocciare, e perchè non appassisca puoi coglierne solo la sua fragranza.....

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