martedì 28 agosto 2012

Dell'alba e di noi

 
 
 
Anche la penna ha perso il suo inchiostro.
 
Di tutti i tuoi nei, delle carezze ostinate, di quelle notti a dividerci i mali, delle scommesse mai vinte e mai perse, del sorridere ancora, pensando che è giorno. Le luci dell'alba son vecchie indiscrete che ti fissano bene, che non ti lasciano neanche riposare [: ci videro, mentre rimandavamo il mattino al giorno dopo, ci videro e fecero sì che io ti vedessi, senza difese, carezzarmi le mani. Sorridesti, sorridesti di quel sorriso che è quiete, e gioia, e pace. Sorridesti e sorrisi, solo un attimo dopo. Di tutti i tuoi nei, dell'umorismo scadente, di quei movimenti, delle carezze, del freddo, dell'alba e di noi.]

Anche la penna ha perso il suo inchiostro. La penna con cui mi scrivevo, sconosciuta a me stessa e perfettamente saputa. Succede perché prima di te l’inchiostro non era che lacrima: ora non scende, s’arresta sulla curva dell’occhio, che da quando ti vide tende verso le ciglia. Ora l’inchiostro ha il tuo nome. Succede perché davanti a me c’è solo un sorriso e un inverno che aspetta ancora il suo inizio: la malinconia di un nuovo arrivederci, lo sguardo triste di chi non lascerebbe mai la mano tua, il conto alla rovescia –ché son ore, sai, a dividerci-, l’attesa di un nuovo bacio –l’ennesimo, e il primo di mille-.
 
E ci sarà un altro inverno, a cominciare da stanotte. E mille voci a confondere la tua, e nuove strade –sempre sconosciute- a far sì che io perda orientamento. Sarà presto un altro inverno e di nuovo lontananza. Saranno cari quei ricordi che non vorrei mai dire tali. Ci sarà la pioggia come in quel giorno che mi hai baciata, ci saranno ombrelli e noi non li apriremo, ci sarà poi il sole ad asciugare anche le vesti. E saranno tante le paure.
 
Anche la penna ha perso il suo inchiostro, ché non ti lasci scrivere, né immortalare, né ritrarre. Ma di tutti i tuoi nei, delle carezze ostinate, del tuo sapore, del tuo profumo sul mio collo, di quelle parole godute, di quella luna a metà, dell’alba e di noi, è impressa –nero su bianco, inchiostro indelebile e cenere- la mappa –come incisione- sulla pelle mia.
 
Solo la penna ha perso il suo inchiostro.

4 commenti:

flyinlife ha detto...

mentre tutto il resto intorno è rimasto intatto, immobile e impolverato, sulla mia pelle, che ora, d'improvviso, brucia...

Eteronima ha detto...

Sensazioni come tatuaggi. La pelle è quella che ascolta e racconta di più. E non dimentica mai.

chand ha detto...

la mappa è sulla pelle ma il tesoro l'avevi nascosto altrove e ogni alba sorge dal disorientamento ... ti regalerò una penna o una nuova curva negli occhi: qualcosa di cui non hai bisogno, perchè l'invisibile serve solo a braccare i demoni, dentro siamo materia, negli occhi siamo fuoco e non aria ...

Eteronima ha detto...

chand... ^_^

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