martedì 9 agosto 2011

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Si poggiava – lieve –
come polline disfatto, e
sulla pelle
– odorosa di mare –
la promessa mia di
cercar nutrimento.


Mi avvolgevo
- occhi chiusi –

come venere di bellezza altra, e
tra le lenzuola
-
pulite di affanni –
ero desiderosa di dar respiri.


Si poggia
- forte e superfluo –

il fiato tuo sulle mie braccia, e
tra le stanze vuote,
per ritrovar quel senso
che pensavo ormai corrotto.


Mi avvolgo ora
– occhi aperti –
in coperte calde di sabbia,
per ritrovar
di quel mare la sua – tua –
bellezza primitiva.

 

2 commenti:

parlalafrancese ha detto...

è una bellezza primitiva

MethSambiase ha detto...

le stanze vuote si riempiono di fantasmi ricordi. 

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