sabato 16 marzo 2013

Il sospiro concreto (climax arbitrario)



Cosa vuoi che sia un solo foglio bianco?

Che vuoi che siano le differenze, quando a contare son le similitudini? Che vuoi che sia un'ora di ritardo, quando ciò che arriva è ciò che per anni hai cercato? E cosa vuoi che importi se il mio foglio resta bianco, appeso alle incertezze che ancora logorano, a sventolare come una bandiera di resa: depongo le armi – poggio la mia penna e il mio inchiostro – non scrivo perché sento, sento senza il bisogno di scriverne.

E poi che vuoi che sia la distanza, questo rincorrerci e fuggirci oltre ogni logica sequenza. Cosa vuoi che importi se al mattino la mia pelle è più ruvida e i miei occhi nell'indugio sono persi. Cosa vuoi che sia questo languore – figlio di un contrasto, un insieme incoerente di pensieri – e questa sete di sorrisi che ogni dì io avverto. E che vuoi che sia il tempo – questo spazio temporale che è carnale, e vorace, e carnivoro. Cosa vuoi che possano le voci e i rumori acerbi della città – povera illusa, che crede di conoscere tutto lei, e invece di noi non seppe che un accenno. E invece di noi non udì che l'ouverture -

(Respiro. Accenno una canzone: lento incedere degli anni come diapositive, sapere di esserci e non riuscire a specchiarsi.) 

Cosa vuoi che sia questo cielo, questo amalgama di fumi e di pressioni, i miei occhi assorbiti in una nube malevola, il sole, lì nascosto, ad illuminare in sordina. Cosa vuoi che conti un re-spiro più lieve, uno di quelli che a determinarli è una sillaba sola, particella so-stitutiva e verbale che muta una nota in un soffio e un desiderio in realtà: che fa di un RE-spiro un so-spiro. Ancora a metà.

E allora, davvero, cosa vuoi che importi se il mio foglio resta bianco, quando al mio respiro si è sostituito nuovo fiato? Della passione ascritta dentro un solo verso: concepirti e concepirmi in un sospiro lieve, celato dietro coltri di parole. Descriverti un momento, definire ciò che vedo, determinare un'emozione. Come a volerla rendere più vera, fruibile e concreta. Di concreto, tra i miei occhi e i tuoi, proprio non v'è nulla. Solo il mio foglio. Che, sì, resta ancora bianco. (Ciò che v'è scritto non è che un sospiro)

(Sospiro. Ascolto una canzone: il veloce scorrere di un'emozione che non ha parole, che vive di sospiri, che sa di esserci e non pretende di specchiarsi.)

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