Pagina 1, pagina 2, pagina 3. Le conosco a memoria.
E’ un vecchio libro mai dimenticato, nascosto dalla polvere in un vecchio scaffale, quello che mi hai indicato tu.
Ti ho chiesto occhi, mi hai risposto mani.
Mi sono svegliata questa mattina con la sensazione sporca di un sogno che non diceva niente. Eppure di parole se ne son dette a bizzeffe. Ho fatto un caffè, l’ho assaporato piano, cercando di ricordare quanto avveniva nella mia mente fino a qualche minuto prima. Tra un sorso e l’altro giocavo con la tazzina, quasi a cercare nel nero del caffè il senso dei miei deliri notturni.
" Ma che voglio trovare, se non riesco a dare un senso neanche alla realtà.. "
E il caffè è sceso giù d’un colpo.
Hanno il sapore di un limone acerbo gli incontri prematuri di corpi sconosciuti, un sapore aspro e fastidioso, se il desiderio è quello di gustare anche la mente. Hanno il tempismo irritante di un temporale il primo giorno d’estate. Hanno mani grandi e occhi vuoti.
Ti ho chiesto occhi, mi hai risposto mani.
Di te che spezzi la conversazione con il tuo solito intercalare, che mi interrompi per cantare una canzone che io non conosco, poi sbuffi, ché non si ha sempre voglia di stare a parlare. Penso a quando insisti nel toccarmi la pelle, a quando chiedi e a quando non lo fai, a quando la tua voce si incupisce ed io avrei voglia di baciarla, quella bocca. Ma non dai importanza a nulla, tu, che non sia tu.
Rivaluto il motivo dei tuoi respiri per me.
Ritrovo l’orientamento perso e prendo un’altra direzione.
Non chiedo più occhi, né mani.
Ma non chiudo il tuo libro, lo imparo.
►Invisibile, Cristina Donà
2 commenti:
Bellissimo post! Secondo me sei riuscita a cogliere in maniera perfetta l'essenza di cio' che volevi trasmettere.
Tornero' a ritrovarti!!
Saluti, Barbara
bellissime queste parole
associate ad una canzone altrettanto bella
Posta un commento