giovedì 3 novembre 2011

Corrispondenze



Njòsnavélin, Sigur Ròs


16.30, solito bar. Il caffè al ginseng è una riscoperta, i tavoli blu una costante. Punti fissi per gli occhi, da qualche anno persi nell’andirivieni di una città che non ha riposo, che è in continuo movimento. E’ molto che aspetti?
Avevo dimenticato l’appuntamento. E’ che mi perdo dentro me stessa, e mi ritrovo, poco dopo, nell’incontrare uno sguardo che sa raccontare. In campagna, un caffè e le emozioni vecchie a ritrovarsi. In mezzo ad un prato un caffè. In un caffè sguardi rallentati e abbracci sospesi. Delle sensazioni di pelle taciute.
Ed avevo dimenticato come ci si sente quando, per un solo istante, il sangue trova lo sgorgo giusto, e riesce a scorrere fluidamente, senza ostacoli, senza bloccarsi nella gola, dando modo alle parole di farsi strada da sole.


Alle 16.30, a Novembre, il cielo ha ancora bei colori, tiepidi. E c’è un momento poi, quando la notte si veste e si fa bella prima di uscire, in cui i colori non sono distinguibili, in cui la luna velocemente si impone e il vento cambia lentamente. L’accennarsi del freddo della sera, il vapore della tazzina ad offuscare corrispondenze di sguardi. Nulla di definito, niente che avesse un nome, o una definizione, eccetto il mio caffè al ginseng.


Un caffè alle 16.30 è una riscoperta, per me che ne bevo solo la sera. I tavoli blu una costante, ed escamotage buoni nell’imbarazzo di dire. Ci sediamo?
Allora? E’ molto che mi aspetti?
Che si finge sempre, m’hai detto una volta. Che non c’è confine tra la verità e la menzogna.
No, sono appena arrivata. Ho visto solo l’imbrunire dentro uno sguardo ed un futuro da costruire, alle 16.30 di una domenica qualunque.




E’ che è molto che mi aspetto. E’ che mi sto ancora, dannatamente, aspettando.





5 commenti:

prexure ha detto...

Meglio aspettare a volte... molto meglio!

Ilviaggiofermo ha detto...

Bello!

NalaScarlet ha detto...

Forse ti stai aspettando alla fermata sbagliata: spesso bisogna viaggiare per potersi incontrare.

NkCat ha detto...

Davvero bello, in certi passi sembrava di esserelì..ad aspettare con te...

almerighi ha detto...

Incessantemente e per tutta la vita la parte più avanti aspetta quella più indietro, tentando l'unione e nel contempo ricordando cose scordate, perché chi afferra per tirare su e zavorra di chi giù vuole rimanere

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