giovedì 1 agosto 2013

Un volto, talvolta






E allora rideremo ancora, come si ride delle favole belle.
Sorrideremo e a nulla basterà questo temporale estivo che da lungo tempo cerca di minare il nostro campo. Di fiori. Fiori ormai secchi ma ancora odorosi. Essenze di rosa e speranza, copiose. Dov’è quell’istinto – ormai perso, suppongo – di non farmi bastare un solo silenzio, una sola voce, un solo volto? Dov’è l’esigenza – che ancora chiamarla così è un paradosso – di aver altro da altro e ancora da ancora, un di più mai soddisfatto? Svanita, col tuo solo arrivare. Ché dentro un volto talvolta vi sono milioni di vuoti, e tutti colmati. Ché un volto talvolta può insegnarti a colmarli, i tuoi vuoti, con una sola mossa vincente. Come in un gioco. Il gioco più audace, l’amore. E rideremo ancora, come si ride delle favole belle, come si vive – sciocchi -  nell’illusione di credersi eroi. Per un giorno soltanto, davanti agli occhi dell’altro. 
E a nulla basteranno le grida, sul nostro incedere incauto. 
A nulla basteranno le lacrime, o i miei sbalzi di umore. 
I tuoi modi arroganti.
Le mie espressioni parlanti.
I miei punti neri. 
O, nel lavandino, i piatti di ieri. 
Il tram che non prendo.
Le attenzioni che, invece, pretendo. 
Il plum-cake riuscito male.
Il tuo tempo perso a giocare.
Il caffè troppo caldo.
Il tuo disinteresse per la letteratura, la mia ignoranza nel tuo campo.
Le discussioni su cosa mangiare. Su cosa guardare. Su cosa comprare. Su cosa guardare.
La luce nella doccia, quando a farla siamo in due.
Le ciabatte bagnate.
Le opinioni contrarie. 
Il tuo nomignolo improponibile.
Lo stress, quello pure inevitabile.
L'incertezza del domani che verrà.

A nulla, tutto questo, basterà.
E allora rideremo ancora. Proprio come si ride delle favole belle.

(Sproloqui. Per dirsi ancora qui).